qualche libro al volo

occhio
Qualche settimana fa mi sono trovata a passare mezza giornata
nell’aereoporto della citta’ di Porto, un edificio modernissimo,
esagerato, a forma di onda dell’oceano Atlantico, con tanto di spuma e
spruzzi, in continuita’ con il tema marittimo caratteristico
dell’architettura lusitana.

Dopo qualche ora, in preda alla
noia sono andata nella libreria, sperando di trovare qualcosa da
leggiucchiare, tra le pile dei libri di Coelho e altre amenita’. Stavo
per rinunciare e comprare il Corriere della Sera versione esportazione,
costo 2 euri, sigh, pur di leggere qualcosa, quando ho trovato la
sezione in inglese, e poi ho abbassato lo sguardo e ho trovato due
scaffali di libri in tedesco, e poi sotto ancora quelli spagnoli,
e….nell’ultimo ripiano in basso a destra, cosa scopro, se non una
sezione italiana, circa 10 titoli in tutto, e che titoli. A parte
Saramago tradotto, c’e’ una collezione invidiabile di gialli nostrani,
e sono uscita dalla libreria con: L’orma rossa di Cesare Battisti,
Shorts di Vitaliano Trevisan e Febbre Gialla di Lucarelli. 

L’esperienza della lettura purtroppo non e’ stata cosi’ forte come quella dell’acquisto!

Febbre
gialla fa decisamente schifo, pieno di cliche’, di banalita’. Il fatto
che sia un pensato per ‘giovani adulti’ non e’ una giustificazione, a
mio avviso. La trama e’ noiosa e poco credibile, l’unico elemento che
salva la situazione e’ il poliziotto protagonista che e’ scemo e
superficiale, e in preda ad una febbre che peggiora con l’avanzare dei
capitoli e che lo rende sempre piu’ delirante e confuso. La comunita’
dei cinesi in Italia, sebbene io non ne sappia granche’, non credo
possa essere ridotta a ristoranti cinesi con ravioli al vapore e cinesi
che non muoiono mai. decisamente deludente. 

Con L’orma Rossa
ho confermato l’opinione che avevo della scrittura di Battisti, che non
mi piace, ma questa e’ una questione assolutamente personale, mi
irritano i personaggi e il loro distacco emotivo, la freddezza, la loro
incapacita’ di relazione, il cinismo. L’intrigo politico del romanzo
non mi ha catturata, e ho abbandonato la lettura a 20 pagine dalla
fine, perche’ non mi stava facendo provare nessuna emozione, se non
un’irritazione diffusa. C’e’ qualche fan di battisti che mi possa spiegare che cosa ci trova nei suoi romanzi? Veramente, mi interessa. 

Shorts
e’ invece una lettura appassionate, i corti di Trevisan sono scritti
con raffinatezza, ma non sono ancora sicura di come vada letto questo
libro – ogni racconto e’ lungo piu’ o meno una pagina e mezza, per cui
viene spontaneo leggerli tutti uno dietro l’altro di un sol fiato,
invece che lasciarli decantare uno per uno come sarebbe mio solito fare
con i racconti. Leggendoli uno dietro l’altro emerge un certo ritmo che
li tiene insieme e che li fa funzionare uno in relazione all’altro,
visto che Vitaliano ritorna ossessivamente sugli stessi temi, e i suoi
temi preferiti in questo caso sono: il jazz e i musicisti, i tetti e i
nidi di piccione, i viaggi in moto, la morte e le morti strane, le
storie da bar, gli sbronzi cronici e le loro storie, il lavoro. bello bello bello

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Fantasy life_2

man

(stencil lisboneta)

E’ il 2012. La City di Londra e’ allo sfacelo, in rovina. Dopo il tracollo finanziario esploso nel 2008 ma che era nel calderone da molto tempo, questi signori hanno abbandonato la nave che affondava, e piano piano il cuore pulsante della finanza si e’ svutotato, i palazzi sono rimasti disabitati, le sedi delle banche abbandonate e barricate. 

Il progetto delle Olimipiadi e’ affondato anche quello, e nel villaggio olimpico ora crescono di nuovo i giunchi. Dopo qualche anno passato a scavalcare la recinzione blu olimpico, la gente del circondario ha deciso poco cerimoniosamente di abbatterla per fare legna, e ora coltiva degli orticelli dove gli atleti avrebbero dovuto fare le loro acrobazie. 

Dopo un’iniziale reticenza, la ex-City e’ stata presa in mano dagli squatters. Io vivo in un’ ex sala riunioni di 100 metri quadri con vista sulla ex-San Paul Cathedral, traformata in un tempio laico per il ricordo di un’antica squadra di calcio di un paese nordico.

Gli spazi della ex-banca sono stati depurati con suffumigi di rosmarino e al piano di sotto teniamo i cavalli. 

woman

 

 

 

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Biglietti prego!

Nella grande metropoli dalle molte peculiarita’ e dalle molte telecamere, anche il controllo biglietti sull’autobus assume contorni orwelliani.

oggi l’ho vissuto in prima persona per la prima volta. Praticamente la storia e’ questa, ci sono gli autobus a due piani in cui l’autista controlla i biglietti, e senza biglietto non sali, e poi ci sono gli autobus a un piano dove vige l’autogestione e ti devi timbrare o scannerizzare il biglietto da sola. Gli autobus piccoli sono anche soprannominati nella vulgata comune, THE FREE BUS (AUTOBUS GRATUITO), per ovvie ragioni. e’ l’unica forma di trasporto pubblico dove e’ si puo’ andare senza biglietto senza tante menate. 

ATTENZIONE PERO’!! sono furbetti anche quelli degli autobus, che sanno che la gente non paga, per cui organizzano grandi operazioni-controlla biglietto sugli autobus piccoletti. Ora la cosa per me strana e’ come si svolgono queste operazioni. 

INgredienti::

pettorine giallo sfosforescenti in grandi quantita’ 

due camionette di sbirri

una volante

un nugolo di controllori degli autobus 

un nugolo di sbirri

 

Istruzioni per l’uso::

piazzare le camionette e la volante in bella vista sul marciapiede dietro la fermata dell’autobus

mettere le pettorine fosforescenti a sbirri e controllori, facendo attenzione a non confonderle: scritta TFL ai controllori e scritta POLICE agli sbirri. Ci sono circa 30 persone fosforescenti alla fermata a questo punto.

I controllori devono anche avere in mano un blocchetto e un affarino elettronico. Gli sbirri, sguardo bovino di ordinanza.

All’arrivo del mini autobus, SCATTO GENERALE: al trotto tutta la truppa arranca verso l’autobus, in stile operazione antiterrorismo dei poveri. DUE CONTROLLORI PRESIDIANO OGNI USCITA. UNO CONTROLLORE SALE E PARLA CON L’AUTISTA e gli intima di fermarsi. UNO CONTROLLORE SCRIVE FURIOSAMENTE SUL BLOCCHETTO NUMERO DELL’AUTOBUS E ALTRE INFORMAZIONI FONDAMENTALI. l’atmosfera e’ tesa e serissima. tadan tadan! Neanche un evasore sfuggira’!

Intorno, gli sbirri si allineano e circondano l’autobus in un cordon-cino. L’autobus e’ bloccatto, quelli che devono scendere scendono e vengono settacciati, poi i controllori salgono e setacciano l’autobus mentre ogni porta dell’autobus e’ bloccata da uno sbirro. Chi non ha pagato, viene fatto scendere e perde l’autobus. Non ci sono implorazioni che tengano. 

L’operazione avviene nel silenzio piu’ totale: i passeggeri ammutoliti non si lamentano, non pregano, non mandano a cagare nessuno, non si lanciano giu’ dai finestini. I piu’ veloci allungano discretamente il biglietto non timbrato verso la macchinetta e si salvano. 

Dopo 10 minuti, si riparte. Dimezzati, ma si riparte. Normale amministrazione. 

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Portogallo

E’ terribile ammorbare le amiche e gli amici con le foto delle vacanze?

Io credo di si. 

Nessuno vi costringe a guardare. e poi io fotografo solo fiorellini e rovine. 

 

portogallo

questi colori sono una terapia d’urto contro l’inverno

 

 

portogallo

Porto sotto una coltre di Morning Glories, fiore dai semi allucinogeni. 

 

 

 
sp

 

 

portogallo

ancora fiorellini

 

 

nsi

grandi amori con i nasi all’insu’

 

 

 

 

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vertigo

mi sento come se stessi sull’orlo di un burrone.

una volta ci sono caduta, nel burrone, e vi assicuro la caduta fa molta meno paura che l’aggirarsi intorno all’orlo.

quella volta della caduta un bandolo fittissimo di rovi di more mi hanno afferrato al volo e trattenuta dal volare molto piu’ giu’: ne sono uscita graffiata ma incolume, e molto spavalda.

Dunque per il prossimo anno, che si apre ufficialmente oggi, mi auguro una buona dose di spavalderia, una chilata di senso pratico, un grande equilibrio fra razionalita’ e istinto, e colori abbacinanti. 

 

 

 

spitzkoppe

sarebbe anche bello perdersi fra i boulder di granito di Spitzkoppe, in Namibia,

dove cercavamo una festa di compleanno con uccisione di capra live seguendo le indicazioni stradali piu’ approsimative che io abbia mai visto (vai 400 km verso nord, prendi la prima svolta a sinistra poi a destra dopo un po’, fai il giro della montagna, noi siamo nella fattoria dai miei genitori, e mangeremo la capra. In caso chiedete), ovvio che la festa non l’abbiamo trovata, ma la ricerca ne e’ valsa la pena, e anche le notti passate ai piedi di questo massiccio magico fra le incisioni rupestri e la paura dei felini giganti e carnivori. Sicuramente il campeggio piu’ spazioso e silenzioso che io abbia mai visto.

Evocando il ricordo di questo luogo penso al futuro. 

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sfogo

Odio gli inglesi.

 

Odio gli inglesi perche’ non ti fanno sentire le tette quando li abbracci. 

Odio gli inglesi perche’ a volte sembra piu’ difficile stare in compagnia che stare da soli. 

Odio gli inglesi perche’ non dicono cosa gli passa per la testa, ma si guardano le scarpe imbarazzati.

Odio gli inglesi perche’ non pensano di svegliarti in mezzo alla notte quando gli succedono delle cose orrende e non si dovrebbe stare da soli.

Odio gli inglesi perche’ a volte impazziscono e anche se li ami non ti fanno un colpo di telefono per avvisarti.

Odio gli inglesi quando gli fai una domanda e non ti rispondono perche’ non si sentono presi in causa.

Odio gli inglesi perche’ ogni dettaglio parla di classe. 

Odio gli inglesi perche’ trasformano le cose buone in cibo per yuppi. 

.Fine. 

((non offendetevi, amici inglesi. e’ uno sfogo provocato da troppo affetto)) 

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cambiamo argomento: tecno-filia

lacie3cavi

tecnofili

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fili appesi

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fantasy life_1

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 .un
gentile amico mi aiuta a scambiare il mio futon per uno piu’ spesso,
meno sgrufoloso e privo di pidocchi di gatto. domani nel primo
pomeriggio. la storia andra’ cosi’, io lo raggiungo dove fa le prove
con il gruppo. ascolto 2 canzoni ma non di piu’ perche’ se no il
bassista si agita e sbaglia le note. poi prendiamo il pesantissimo
futon nuovo (nel senso, non nuovo, ma nuovo per me), lo carichiamo
sulla sua macchina e lo portiamo a casa mia, dove se lui e’
super-gentile mi aiuta a portarlo di sopra, se e’ in vena di
antimachismo estremo mi dice ‘rangiati e me lo devo schleppare di sopra
da sola. io gli do un libriccino carino in regalo, per il favore. lui
ringrazia e se ne va, exit. FINE. io torno al lavoro.

poiche’ non vorrei che l’intreccio delle nostre vite finisse
cosi’ tempestivamente, ho inventato dei finali a sorpresa piu’
grandevoli. 

 

VARIANTE NUMERO UNO


lui capisce che sono una mentecatta, parcheggia la macchina in un posto legale
(perche’ nelle mie fantasiose escursioni mentali tutti i dettagli devono essere giusti)
mi aiuta a portare il futon di sopra, e salendo le scale subisce una
profonda trasformazione, da inglese fascinoso ma imbarazzato diventa
fascinoso e spigliato, e nel momento in cui inseriamo il futon nel mio
sgabuzzino/camera, lui con un fluido gesto romantico srotola il futon e
contemporaneamente mi bacia appassionatamente e mi rovescia sul
sudddetto, futon
(oh, sinonimi non ne ho trovati, per sto coso, ciucciatevi le ripetizioni) dando
vita a un pomeriggio seguito da una notte di sesso stravagante, da cui
emergiamo solo per andare da Costcutter a prendere qualcosina da
mangiare e per arieggiare lo sgabuzzino, che gia’ c’e’ poca aria. Lui
se ne va nelle brume della domenica mattina, quando io, ri-invigorita,
scrivo tutto di un getto le 10 pagine che mancano e finisco il film,
trovando un twist finale che lo fa diventare un capolavoro. Domenica
sera lui chiama e io lo snobbo. FINE. 


 

VARIANTE NUMERO DUE


arrivati
a casa mia, lui capisce che deve anche aiutarmi a liberarmi del futon
vecchio, sgrufoloso e con le pulci di gatto. ripartiamo in macchina e
facciamo uno scarico illegale a lato strada. anzi no, ci sentiamo
avventurosi e decidiamo di lanciarlo nel tamigi, che e’ piu’
divertente. prima gli diamo fuoco con della benzina che lui tiene
sempre in macchina che non si sa mai. lanciamo il bandolo fiammeggiante
da tower bridge e ci sentiamo troppo fighi. l’adrenalina scorre nelle
nostre vene e ci baciamo appassionatamente
(questo dettaglio non cambia mai) sul
ponte, e lui mi trascina nel suo studio-stamperia semi clandestina
dove, tra la polvere e i ciclostili, tra le gigliottine A2 e la carta
grammi 100, anche qui ci dedichiamo a molte ore di sesso interessante e
variegato. Poi ci addormentiamo su un tappeto sdrucito, e io, che ho
l’insonnia come nella vita vera, mi sveglio in mezzo alla notte, gli
lascio un bigliettino carino ma breve vicino al viso e piano piano me
ne scendo in strada e torno fischiettando a casa. Per strada incontro 3
volpi e sono felice.   


 


** **

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per silvia

bachecaTi ricordi del nostro primo appuntamento?

era la quarta ginnasio, e il quinto per te, e scrivevamo insieme sul giornalino della scuola, e andavamo insieme alle assemblee del collettivo.  

venisti a casa mia per vedere insieme Fragole e sangue, per scrivere una recensione per il giornalino – il nostro primo incontro segnato dal cinema. a meta’ film per fare due chiacchiere, ti chiesi cosa ne pensassi. 

"ti piace?" ti chiesi timidamente

e tu scocciata mi risposi, che ne avevamo visto solo meta’, come potevi dare un giudizio? 

in silenzio finimmo di guardare il film, e forse poi anche scrivemmo qualcosa insieme, ma questo non me lo ricordo. Da li cominciammo piano piano a vederci, sempre di piu’, per qualche anno, poi tu te ne sei andata, poi non ci siamo viste per qualche anno, poi di nuovo si, poi…poi si.

e sempre tanto ci legava, ma sui film, non abbiamo mai trovato un accordo, mai. non ricordo un solo film che sia piaciuto ad entrambe. Ti ricordi?

"Ei S., l’hai visto l’Odio?? CHE FIGOOOO"

"Bah – banale, e affettato. Non ti sara’ mica piaciuto, lilli?" 

 "…ehmmm"

"Lilli, il mio film preferito e’ Nirvana, di Gabriele Salvatores"

"ma che schifezza"

"E’ bellissimo. Adesso io mi tingo i capelli di blu, come la protagonista!" … e blu furono, per due giorni, e poi verdi, gialli, bianchi, un mix, per i due mesi successivi.

((fra l’altro temo che fosse stefania rocca, la protagonista, ma questo e’ un segreto))

***

E avanti cosi’, per mesi, per anni. L’ultimo: "S., ti impresto questo dvd che ho appena comprato e che ti piacera’ un sacco, poi stai aspettando di partorire, hai bisogno di distrazioni, te lo lascio, si intitola Vogliamo anche le Rose ed e’ di una delle mie registe preferite e….ti deve piacere. ti deve."

"allora S. ti e’ piaciuto??? dimmi, dimmi!"

"…." e scuotevi la testa, poco convinta, accarezzandoti la pancia.

 **** ****  **

Insomma, io adesso ho un po’ paura. Sto imparando a non temere troppo i giudizi e ad accettare le critiche e i commenti al mio lavoro, con riconoscenza e con umilta’. E’ un processo impegnativo ma  bello, che sfianca e arricchisce. So apprezzare chi sa dosare la durezza e la dolcezza, e chi sa dire quello che deve, per aiutarmi senza farmi affondare. 

Pero’ il tuo giudizio lo temo ancora, piu’ di tutti. sii lieve, te ne prego. 

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notte e buio

buio

 

gatto al buio

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