Genshyu Hanayagi, Sonic Youth e ladruncoli

1. Lei è una attrice/teatrante/performer giapponese femminista e radicale – nn è lei nell’immagine perchè nn ho trovato sue foto ad alta risoluzione sul magico web- purtroppo da una veloce ricerca www nn emerge molto su di lei se non che negli ultimi anni ha ricoperto ruoli minori in film porno giapponesi. C’è un film sui di lei intitolato "Eat the Kimono" in cui parla della propria vita e arte, 8 anni in prigione per aver superficialmente tagliato una donna simbolo del sistema piramidale giapponese contro cui Genshyu Hanayagi si batte, figlia di una famiglia di teartanti/commedianti itineranti, performer radicale e controversa.

2. Sono reduce da un concerto dell’ex chitarrista Sonic Youth ((regalo!!)), ROCK, voto 8+, ma mi chiedo perchè perchè perchè le sale da concerto commerciali sono così terribilmente orrende? Ingresso alle ore 19.30 (che già mi va di traverso la merenda), bestioni e telecamere ovunque, perquisizione alla porta (niente lame, pistole, BIRRE o ACQUA), birra annacquata che sa di spina sporca a 3.60 pound/pinta, odore imperante di DISINFETTANTE ((rimpiango quasi l’odore di cicca stantia)), insomma la sensazione di FREGATURA TOTALE. come se non bastasse PROBLEMI CON L’IMPIANTO. Il concerto in se è stato eccezionale, comunque.

3. Oggi in classe abbiamo guardato i primi filmini che abbiamo fatto, ed è scoppiata una storia abbastanza brutta per la quale è venuto fuori che un tipo del corso (tanto simpatico, tanto amico di tutti, tanto caro) ha presentato come suo un filmino fatto con riprese fatte da altri e sottratte senza che loro lo sapessero, insomma è venuto fuori che ha raccontato un sacco di palle a tutti e ha di fatto rubato il lavoro di altri senza darne assolutamente credito o menzione. Poco etico, no? E soprattutto, è una sensazione non bella quella di essere presi per il culo da una persona di cui ci ci fidava e che dai, stava diventando un amico. BUUU. Domani assemblea e confronto diretto con il tipo, vediamo che succede. Che brutto però!

4. Manca una settimana di duro lavoro e dura festa e poi…torno in patria. yuhu. 

 

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Nive Nilsen

Ieri la mai amica Nive ha suonato il suo primo concerto in un piccolo pub di Depford insieme a Tiger Saw, ed è stata eccezionale, ascoltate la sua chitarra e voce sul suo sito myspace.

noi qui da lillistar.noblogs diciamo: è la nuova promesssa della Groenlandia!

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Cinema rumeno

In tutta velocità, che è tardi, che domani mi sveglio presto, che so stanca

Stasera ho visto due film rumeni veramente eccezionali, che consiglio vivamente a tutt_

* The death of Mister Lazarescu

(che, scopro ora ha vinto Cannes ‘un certain regard’ qualche anno fa), una tragedia kafkiana della battaglia di un vecchio signore e di un’infermiere attraverso il servizio sanitario di Bucarest

* The paper will be blue

Una storia della rivoluzione, nelle parole del regista ‘non aspettatevi un film realista, una ricostruzione dettagliata dei fatti e delle colpe, ma se mi chiedete com’è stata per me la rivoluzione, vi risponderei, è stata esattamente così come l’ho rappresentata nel film’ , cioè un’ora e mezza di confusione, violenza, confusione, ansia, buio e paura. Sopratutto spaesamento e confusione. Soprattutto un film sull’assurdutà della violenza, senza gli eroismi e i romanticismi di sorta che spesso caratterizzano il genere dei film sulle rivoluzioni. 

 

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The culture of the base: Linton Kwesi Johnson//Paul Gilroy in conversazione

Ieri per ricordare i 200 anni di abolizione della schiavitù Goldsmiths ha organizzato un evento spaccaculo ((nell’accezione piacevole del termine ovvio 🙂 )) con LKJ e Paul Gilroy –

partita con LKJ che ha annunciato di non aspettarci troppe teorie da lui, che è venuto a farci sentire un po’ di musica più che altro. Infatti aveva portato il suo giradischi e una pila di vinile ed è partito con una storia della costruzione dell’identità africana nella diaspora jamaicana attraverso la musica dal rocksteady al reggae – riscaldando la sala affollatissima ma gelida in temperatura in men che non si dica.

Poi è venuto il turno di Paul Gilroy ((che ho avuto la fortuna si sentire parlare per la seconda volta in due settimane)) che era più digitale e aveva dei cd – e lui ha seriamente cominciato a scuotere le fondamenta della sala – parlando della cultura del basso – suonando le tracce scete da lui a volume altissimo per farci sentire, sentire, cosa trasmette, il basso, in una musica come il dub dove le parole sono state addirittura eliminate, o quasi, perchè l’importante non è la lingua, ma ,,,, dun dun dun

è difficile riassumerlo perchè ha uno stile così ricco e complesso che ti manda mille stimoli che vanno a raggiera in tutte le direzioni, comunque ha parlato della cultura del back atlantic emersa dall’esperienza transoceanica della schivitù e della lotte contro la schiavitù, e di alcune caratteristiche di questa cultura, come una nozione univerale di libertà e diritti, un’idea di rifiuto del lavoro, che poi sono state trasmesse attraverso la musica. Ah, e che questa cultura ha la potenza di avere lo stesso impatto delle grandi ‘Culture’ europee come quella greca classica o quella germanica. Il tutto veicolato (anche) dalla musica.

Poi ha messo su un pezzo rap di fine anni novanta che stava spaccando in due il palazzo quando è partito un allarme antiincendio…. L’ossessione per la sicurezza inglese non ha permesso di  spegnere l’allarme e di continuare, ma abbiamo dovuto evacuare l’edificio,interrompendo l’esperienza, la conferenza e tutto. Evidentemente il discorso stava diventando troppo pericoloso…

 

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è domenica…

…il cielo è grigio e freddo e c’è aria di neve. Ho una tisana bollente davanti a me, libri e computer, e nelle prossime due ore vorrei veramente finire questa tesina che mi trascino da due settimane. Ci siamo quasi, manca poco…

La settimana prossima arriva il mio comple, poi arriva D., si prospetta una settimana di diveritimento. Quindi dai, oggi devo lavorare! Più tardi vado a vedermi due film rumeni.

 Ah, 80 000 a Genova! Qualcuno mi racconta com’è andata? ((vorrei informazioni nn di regime, ecco :=))

buona domenica invernale a tutt_

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xxx

Sono stata a vedere Seduced-sex and art from antiquity to now, e volevo scrivere qualcosa a proposito. In questo momento non sono molto ispirata ((reduce da una cena polacca=wodka in eccesso)) e il mal di testa è forte, cmque ci provo. 

La mostra è a Barbican, mega complesso artisitico nel bel mezzo della city, e il giovedì sta aperta fino a tardi, per cui il pubblico era prevalentemente composto da lavoratori e -ici degli uffici/banche/quantaltro. è una situazione decisamente straniante essere in uno spazio ristetto pieno di gente in giacca e cravatta e taillour che guarda cazzi e mazzi e amplessi di ogni forma e misura come se niente fosse. C’è un certa aria di rispettabilità data dallo spazio che ha organizzato la mostra, che rende accettabile aspettare educatemente che la persona prima abbia finito di ammirare una foto di Mapplethorpe che infila l’avambraccio nel culo del suo amico e di discuterne amabilmente sorseggiando un Bloody Mary da 7 sterline al bar. 

Nonostante l’atmosfera rarefatta, alcune opere mi sono veramente piaciute – – prima di tutto, ho apprezzato la generosità dei sederi femminili nell’arte romana – –

Poi, le stampe giapponesi sono incredibilissime, con sessi esageratamente enormi, fluidi che colano, espressioni estatiche nei volti. La mia preferita è una stampa di una donna sdraiata con un’enorme piovra fra le gambre e tentacoli ovunque. La signora sembra apprezzare le attenzioni del mollusco, che la guarda con grandi occhioni poliposi. Le altre stampe sono più classiche, nel senso che i protagonisti sono sempre un uomo e una donna che si sollazzano fra kimoni, stuoie e servizi da thè.

Da ultimo c’è Nan Goldin con una nuova serie di foto proiettate sul muro accompagnate da musica di Bjork ((sembra che Bjork abbia scritto la musica apposta)). Sono foto di coppie, alcune con figli, per cui meno estreme delle sue solite, ma ciononostante riescono a trasmettere il senso di terrore e ansia che provo nel guardare le foto precedenti piene di DrogaeViolenza. Ansia coniugata a un senso di affetto e vicinanza per le persone nelle foto. 

((Il titolo del post si riferisce l pezzo di Tracy Emin))

 

 

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J-C in the house

Chi ha visto Jesus Camp?

Jesus Camp è un documentario che parla di evangelisti pentecostali negli Usa (yuppppi), nello specifico parla di un campeggio estivo ("Camp", un’esperienza che molti bambini statunitensi attraversano) dedicato alla celebrazione di Dio. La colonia si chiama "Kids on Fire", ma potrebbe anche essere ribattezzata Centro di Indottrinamento Pentecostale.
 
Nel film c’è di tutto, da sermoni infervorati, indottrinamenti feroci, trance, manifestazioni antiabortiste, conversioni, glossolalia, lezioni casalinghe sul creazionismo e sui cambiamenti climatici (l’uno vero e i secondi, pura fiction). Oltre che a benedizioni di presentazioni Power Point e dei circuiti elettrici "perché sappiamo che il diavolo ama sabotare la parola di Dio", e a prevedibili accuse di blasfemia a Harry Potter.

Il culmine ilare è il momento in cui ad un enorme raduno, con centinaia di giovani nel pubblico, viene portata sul palco la figura in cartone a grandezza naturale di G.W. Bush. È un momento indescrivibile, la signora che sostiene il ritratto e lo muove incita i bambini a salutare Bush, a parlargli e poi a pregare "in tongues" e a circondarlo di Spirito Santo. È surreale.

Il sentimento imperante che ho provato guardando Jesus Camp è egregiamente riassunto da Becky Fischer, la carismatica kids-preacher protagonista, che seduta comodamente sul divano ride una grassa risata e si immagina i "liberals" rabbrividire nel vedere la convinzione e la passione di questi evangelici preadolescenti che tremano piangono urlano e invocano lo SS. Dice "Animal rights people, shit your pants!"    
E ci azzecca di brutto.

Un ritratto terrificante dell’elettorato che sostiene Bush e che ha rappresentanti in tutti i punti chiave della società statunitense.  

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CHE SIA UN FAGIOLO ROCK!

Ta dan ta dan taratttaataa

voglio comunicare la mia gioia e commozione a questa notizia dell’ultima ora, freschissima di novità, di S. e A. che aspettano un frugolo o una frugola 

e dunque, qui dalla redazione auguriamo di tutto e di più, e come dice SIlvia

"che sia un fagiolo rock!"

 

 

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DISOCCUPAZIONE

Non mi sono (ancora?) impegnata a fondo nella ricerca di un lavoro part time non troppo schiavistico, ma la cosa comincia a farsi proccupante. 

A parte il lavoro a cottimo di cui ho già parlato e da cui sono stata licenziata, nessuna, dico nessuna delle persone a cui ho fatto richiesta mi ha nemmeno degnato non dico di assumermi (per carità!) ma almeno di chiamarmi per un colloquio. Non parlo di carriera o lavori ben remunerati, parlo di LavorettidiMerdacheUnaFaPerCampare.

Sono dunque ormani convinta di appartenere alla categoria NonImpiegabile, e questo mi preoccupa non poco. Sono stata selettiva, ho fatto domanda per:

n°2 biblioteche accademiche – bibliotecaria 

n°1 teatro – ((nn so la parola per quelle che ti fanno vedere il posto dove devi sederti))

n°1 cinema – strappabiglietti e servicaffè

n°1 università – spostatrice di sedie per giornata delle porte aperte  

n°1 negozio di articoli "per adulti" per sole donne – commessa sensibile e discreta  

…e ancora niente. Mi rifiuto caterogicamente di :

1-servire tavoli, banconi o canapè

2-viaggiare per più di ore:: 1 :: per arrivare sul posto di lavoro

per il resto nn ho molti altri tabù – se nn quello di essere trattata con un minimo di decenza.  

 chiede troppo una donna?

 

 

 

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Omaggio a BatailleOggi mentre attraversavo in bici il parco pieno di foglie gialle e rosse autunnali a cui giè ho accennato in atre occasioni, mi sono venute in mente come in un flesch due episodi della mia infanzia/giovane adolescenza in cui dei dottori hanno suggerito che io dovessi essere sottoposta a interventi di CHIRURGIA ESTETICA.

Ora, parliamo di tempi non sospetti, anni ottanta inoltrati, avrò avuto sette o otto anni e il dentista del CENTRO ODOTOIATRICO OLIVETTI (che, iddio lo ringrazi, mi ha curato i denti a prezzi ridottissimi per anni, oltre a mandarmi alla COLONIA ESTIVA e al CENTRO DIURNO), suggerisce a mia madre un’asportazione di un pezzo della mia mascella al fine di ridurre del dimensioni del mio MENTO (che già al tempo era, diciamo, importante). Mia madre, che ha più sale in zucca di certi Dottori, mi trascina via e racconta per anni questa storia allibita ad amiche e conoscenti, non senza provocare in me un certo imbarazzo dato che comunque il mento suddetto esisteva ed era di ingenti proporzioni.

Il  secondo episodio risale ad una VISITA MEDICA OBBLIGATORIA delle SCUOLE MEDIE – tutti termini che mi inducono in tremori generalizzati – prima di tutto mi sembra di ricordar eche la visita fosse solo per LE FEMMINE, qualcosa a che fare con la vaccinazione per la rosolia, che ne so. Comunque in quell’occasione c’erano due medici che mi osservano di quà e di là, mi facevano delle domande (hai già avuto le mestruzioni, cose così), la mamma ormai non mi accompagnava più dai Dottori, poi uno dei due suggerisce di mandarmi a un qualche tipo di riabilitazione PER LE MIE GAMBE (??????), per fortuna il secondo non è dell’idea e scute la testa, salvandomi. Già mi vedevo con dei tiranti, degli aggeggi attaccati, immobilizzata, la fantasia dodicenne in totale confusione.   

Oggi nel parco questi due episodi mi sono venuti in mente e mi sono sembrati proprio strani e disturbanti.

La foto è del mio piede qualche anno fa, notate le incrostazioni di nero che emergono con il macro (ops!). è un omaggio a Bataille. 

 

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