Finito!

Il potere del cane non e’ una lettura da affrontare alla leggera. Prima di tutto perche’ ti assorbira’ il corpo, e la mente, e per giorni queste 700 pagine non ti daranno tregua, ti inseguiranno alla fermata dell’autobus, nella pausa pranzo, mentre stai ad aspettare i bambini fuori da scuola. E il turbine di personaggi, di intrighi, di traffici e morte, non ti mollera’ neanche quando finalmente, a malincuore e con un certo sollievo, ne leggerai le ultime righe, e chiuderai il libro di scatto.

Scampami dalla spada. 

Dal potere del cane. 

Ma scampare non potrai. Trent’anni di narcotraffico tra Messico, Colombia e Estados Unidos; Art Keller, reduce dal Vietnam, si arruola in un’altra guerra, quella della lotta al narcotraffico – dapprima con uno spirito morale, spinto dal desiderio di fare la cosa giusta. Poi, mano a mano che passano i decenni, il turbine in cui si immerge assume sempre piu’ i contorni di una rivalsa personale, come una corsa senza senso verso l’autodistruzione. Quando finalmente (spoiler alert!) sconfigge il narcortraficante che ha accompagnato la sua vita per 25 anni, il flusso di droga proveniente dal Messico si interrompe all’incirca per quindici minuti. Negli Stati Uniti entra piu’ droga che mai.

Ma cio’ che rende incomparabile questo libro di guardie e ladri, come direbbe qualcuno di mia conoscenza, non e’ solo la scrittura limpida, potente, sempre azzeccatissima, o il suo ritmo – mai un colpo perduto, mai un calo d’intensita’. L’arte di Don Winslow sta nel descrivere con incredibile realismo il quadro delle connessioni tra narcotraffico, traffico di armi, e il convolgimento Yanqui nel sistematico annientamento dei movimenti di sinistra dei paesi centro americani. Non ne scampa nessuno, dal potere del cane – non si parla di qualche sbirro corrotto o di qualche dipartimento marcito – ma di scelte che provengono dai piu’ alti uffici del paese piu’ potente della terra. 

Oltre al sapore di sangue, di potere e corruzione – e una visione lucidissima della stroria di un continente – questo libro ti lascia con il desiderio fortissimo di cacciare il naso nei tanti ambienti che Don tratteggia, e scavare di piu’. Gli ambienti dei narcocampesinos, per esempio, con il pessimo gusto dei parvenue, le haciendas arredate con corna di vacca e gli stivali di pelle di coccodrillo. Il bordello di lusso, la Casa Bianca, dove lavora Nora, che fornisce prostitute ai piu’ potenti uomini del continente. San Diego e i quartieri latini delle citta’ americane. I sindacati statunitensi e i convolgimenti con la malavita.

Per chi avesse voglia di proseguire con il clima del libro, consiglio vivamente la visione di The Wire, serie americana imperdibile, che affonda il naso nel sistema Baltimore – prima serie: spaccio nei quartieri afroamericani – seconda serie: intrigo tra i sindacati dei portuali in disfacimento con la chiusura del porto industriale. Il resto lo dovrete scoprire da voi. Io per conto mio mi vado a cercare i precedenti libri di Don Winslow. 

 

 

(PS: e’ un giorno infausto per tornare sul blog, vi rimando (perdonatemi il link a Fecciublica) qui per comprendere la rabbia. spero escano presto parole diverse da linkare)

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