oceano piovoso e metropoli violente

L’esperienza marittima inglese non tradisce e non lascia tregua: l’oceano e’ burrascoso e i cavalloni selvaggi. Il cielo plumbeo e le nuvole basse. La gente non si lascia scoraggiare, e arriva in spiaggia armata di tutto punto: muta per tutti, dai piu’ piccoli ai piu’ grandi, surfettino mini per cavalcare le onde, e paravento di ordinanza. Il ki-way e’ sempre a portata di mano e la crema solare rimane a casa.

Ciononostante le atmosfere sono selvaggie e bellissime, si respira un’aria oceanica e le brughiere esplodono di gialli, di rossi e di verdi brillanti. 

Nonostante queste regioni sud-occidentali registrino alti livelli di poverta’ e siano in cima alle classifiche di gravidanze minorili (per le quali comunque l’Inghilterra vanta un primo posto nella classifica europea), io qui mi sono rilassata e ho respirato qualche giorno di aria di vacanza. 

Sul treno di ritorno verso Londra sfoglio un giornale, e l’occhio si ferma su un titolo, cronaca nera, il succo e’ questo: "Londra, muore ammazzato giovane ragazzo: e’ il ventiduesimo omicidio di un adolescente dall’inizio dell’anno nella sola capitale".  ‘Vuoi vedere che e’ nel sud di Londra di nuovo?’ Mi dico per allontanarmi un po’ dall’orrore. Leggo meglio ‘Sparatoria a Camberwell, muore passante diciotenne’. Piu’ vicino di quanto pensassi. Camberwell e’ il mio quartiere. Guardo meglio la foto del luogo del delitto. Si, la vertina mi e’ familiare. E’ il Costcutter a 100 metri da casa. 

Welcome home.  

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