Da Liberazione del 25.11.2008
Vi spiego l’inspiegabile delitto di Verona
di Lea Melandri
Il rapporto tra gli uomini e le donne, il perverso tragico annodamento
di dominio e amore, deve essere davvero la "roccia basilare" contro
cui si arrestano ragione, cultura, responsabilità civile e morale, se,
riguardo alla strage avvenuta in una famiglia di Verona alcuni giorni
fa, né la televisione né i giornali sono andati oltre la nuda cronaca
dei fatti, se a nessuno è venuto in mente di chiedersi la cosa più
banale e più sensata: perché la decisione di una donna di separarsi
riesce a scatenare la furia omicida-suicida dell’uomo che con lei ha
vissuto e visto crescere figli? Non è la prima volta che accade, la
maggior parte dei casi di violenza maschile all’interno della coppia,
negli ultimi anni, è motivata dalla scelta della donna di interrompere
una convivenza divenuta evidentemente insopportabile, da una
affermazione di libertà dovuta al rispetto di se stessa, o al semplice
desiderio di dare una svolta alla propria vita. L’aggettivo
"inspiegabile", che la cronaca usa ormai ritualmente per questi
delitti, è la maschera di una ipocrisia, o comunque di una incuria,
generalizzate, che non accennano a incrinarsi: "inspiegabile" vuol
dire, in questo caso, qualcosa su cui non si vuole riflettere e fare
chiarezza, una evidenza – il volto violento dell’amore – che deve
restare invisibile.
Sabato mattina, e’ il 22 novembre, giornata contro la violenza maschile sulle donne, e giorno del mio compleanno.
Drin
drin, squilla il telefono, e’ il mio compagno che mi chiama da lontano:
"Buongiorno cara lilli, auguri!! come stai?? Io malissimo. pensa che
ieri sera mi e’ successa una storia terribile."
"Pensa, tale X
che e’ temporaneamente ospite a casa mia, ha pensato bene di minacciare
la sua ex compagna con un collo di bottiglia – dopo averla vista con un
altro, ieri sera ad una festa di supporto ai sans papier. Lui poche ora
prima si stava sbacciucchiando una ragazzina, ma a quanto pare non
tutti partecipano al gioco con le stesse regole. Io poi ho cercato di
intervenire e mi sono sorbito il tipo X sbronzo a casa ieri mattina e
tutto oggi che a turno piangeva disperato e batteva pugni contro i
muri."
Reazione istintiva, da brava saggittaria, la mia: "
Scusa ma ora non riesco a parlare. Non ce l’ho con te, ci sentiamo
dopo, non posso parlare." CLIC. ((come posso parlare ora della mia
stupida serata a guardare Battle in Seattle con una truppa di amiche
lanciando spugnette contro lo schermo nei momenti peggiori, come posso
parlarti ora dei miei programmi per la giornata, della cena, dei
regali. E poi, di piu’, ho paura di quello che mi dirai, della
tua interpretazione, della tua lettura degli eventi. non ce la faccio
ora, a discutere, a convincere, ad analizzare. non ce la faccio)).
Ho
preso mezza giornata, ci ho messo ore, per digerire e elaborare e
capire – poi sono pronta, ci sentiamo al telefono, riesco a dire frasi
esploratrici, "che tremenda ironia, che X abbia aggredito la sua ex
proprio nel giorno contro la violenza sulle donne." Timidamente
chiedendo "ma stara’ ancora da voi, X?". ((chi si assume la
responsabilita’ di prendersi cura degli aggressori, e di fare un
percorso, di parlare, di convincere, di ascoltare? quand e’ che il
contenimento e il supporto ad un aggressore diventa complicita’? gli
sbirri, le prigioni, i tribunali, non mi piacciono, non ci piacciono,
ma allora come e chi si accolla l’onere e la reponsabilita’ di seguire
gli aggressori?
no, non c’entri tu, uomo con cui
condivido la vita, c’entri solo in maniera laterale, non la prendere
sul personale. sono solo piena di rabbia, come te)).
Parliamo un po’, i racconti e le risposte mi tranquilizzano, riesco a rimuovere, festeggio il compleanno, mangio e bevo.
E’
domenica che apro la mail e leggo la notizia. Non ci sono mezze misure,
non ci sono parafrasi. Nella notte muore uccisa ammazzata Ilenia G.,
accoltellata dall’ex compagno che depresso e rabbioso non accetta di
essere stato lasciato.
Leggo, guardo, telefono,
confermo. Ilenia G. passava spesso per il centro sociale quella lunga
estate di qualche anno fa, e partecipo’ alle prime assemblee del gruppo
di genere al CS. La ricordo che si batteva a testa bassa contro il
separatismo e me la ricordo, continuo a ricordarla, ogni notte, mentre
ci racconta di quanto ama gli uomini e di come la lotta senza di loro
non abbia senso. Continua a saltarmi in testa questa frase, e’ stata tradita, e’ stata tradita, e’ stata tradita. Tradita da uno degli uomini a cui era vicina e che non ha accettato di lasciarla andare via, da viva.
rabbia
ai giornali che raccontano di una tragedia passionale. rabbia a chi
commenta con superficialita’ che si tratta di una tragedia senza
colpevoli, rabbia. Rabbia che nessuno osi chiamare i fatti con il loro
nome, e nominare, capire in quale statistica andra’ a finire questa
morte. Femminicidio, violenza di genere, sessismo. Contro gelosia, passione, omicidio-suicidio. Le parole che usi, giornalista.
Donna,
se hai tra i 16 e i 35 anni, guardati bene attorno. Lo sai da dove
viene il pericolo. Fai attenzione, non abbassare la guardia. Non e’
l’uomo nero, non e’ al giardino della stazione, non e’ nel vicolo buio.
Viaggia libera e avventurosa, ma bada bene a chi regali amore, e
fiducia, e intimita’. te lo chiedo per favore, bada bene.
Ma la chiave, la svolta, chi la detiene, come circolarla. La
chiave e’ una sola, ed e’ la scelta di ogni uomo di lavorare, di
scavare, di elaborare ed estirpare, che la gelosia non e’ un dono di
madre natura, ma puo’ essere addomesticata e dirottata, che la rabbia
che annebbia il cervello puo’ essere riconosciuta come dolore, e
dolore, e dolore. che non serve a nessuno quella corazza, e dei tuoi
muscoli ce ne importa anche meno.
Mi chiami di
nuovo, compagno, ci parliamo al telefono spesso in questi giorni.
Rabbiosi ma vicini. Mi chiami e mi racconti, parliamo e parliamo per
ore e cerchiamo di capire insieme – un percorso, una strada – mi parli
della necessita’ e del desiderio di leggere, e confrontare, e
comunicare con altri uomini di questo germe, della responsabilita’ e
delle rabbie e delle gelosie e dei muscoli e delle debolezze. osservo
il tuo percorso intimo, doloroso e rivelatorio, con sorpresa, e
ammirazione, e stupore. Vorrei che non fosse stato necessario il
sangue, ma fratello, ora puoi cominciare ad imparare ad essere un buon
alleato. voglio condividere il viaggio con te.
.ciao Ilenia.
l’inaugurazione della cattedrale ortodossa Nevsky a Tallinn, 1900 – l’ho trovata infilata in un libro pescato dalla spazzatura.
la fontana davanti alla moschea viene da Sarajevo, mentre lo scorcio delle ruote, le ruote appatengono a una banda di signore in bicicletta.
La signorina discinta con il costume a V, stava in posa in un libro nella biblioteca universitaria, sola e annoiata, ingrigita.
Dafne invece viene da un’opera di Ines Doujak che sta a Bolzano, nel bellissimo Museion. Sul retro della cartolina si legge (Ferdinand Schmatz):
Jetzo sagt Dafne: Der Pfeil der Liebe traf mich, er war aus Blei, aber ich erstarrte nicht zum Guss. So war ich nie auf der Flucht von dir, Apollonm ich wurde, was ich war, verwurzelt, nach oben strebend. Dort oeffne ich die Krone und bin ganzm die Schwester-schwester. Waere ich halb, kehrte ich um zu dir, der du fliehst, Gott uns Kartenleser in einem. Der du dich aufloest in meinem rauch. …
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trovato lavoro.
cosa faccio? la segretaria part-time.
14 ora alle settimana. paga, bassina. luogo di lavoro: lontano!! lancio un nuovo trend: vivo nella metropoli e lavoro al paesello. 2 ore di sportamenti (solo andata).
ma non posso essere molto schizzinosa.
l’associazione per cui lavoro si occupa di carcere, e imparo un sacco di cose interessanti. brutte, ma interessanti.
quante sono le prigioni private in inghilterra? quale settore della la popolazione carceraria e’ in crescita? etc. (11, 15-17)
mi sono masterizzata.
partecipato a mini azione al consolato italiano, in stile tutto italiano. revival.
non sono andata a historical materialism, la conferenza (bene)
non sono andata a sentire peter linebaugh (male)
ho visto qualche film bellino
aiuto a organizzare un cineforum sul lavoro. tra 10 giorni facciamo vedere Riso Amaro. il link sta tra i miei link.
abbiamo vinto qualche soldino per fare un documentario in italia. (!!)
sto bene.
tra poco compio 28 anni.
ho voglia di venire in visita in italia.
Avvistato nella metropolitana – per incoraggiare il pagamento del canone TV.