Neve

Ci sono pochissime situazioni in cui gli abitanti di Londra, adottivi o autoctoni, si lasciano andare a momenti di spontanea empatia, a conversazioni leggere tra sconosciuti, a scambi di battute casuali, a offerte di gioco e di piacere.

Succede a capodanno, sugli autobus notturni il fine settimana (dopo che tutti hanni superato l’ottava pinta) e QUANDO NEVICA. Improvvisamente le rigidita’ si sciolgono, le barriere sociali si infrangono, e degli sconosciuti ti rivolgono la parola con il sorriso ((senza volere soldi e/o sesso in cambio)), e commentano simpaticamente sul signore de neve* che stai costruendo. 

Succede addirittura che puoi far volare via dalla mani di una signora una tazza di the’ fumante con una palla di neve mal diretta (oh la mira non e’ mai stata il mio forte), e quella non s’arrabbia. In una giornata normale, mi avrebbe come minimo detto "i’m gonna fucking fuck you up" con dei gesti rotenati delle braccia. 

 Approfitto di questo clima empatico anche per dire che tra un mese circa mi trasferiro’ in una casa un po’ piu’ grande in cui potro’ ospitare molto tranquillamente degli ospiti – –  per cui invito amiche e amici virtuali e non a passare di qui. staro’ a Brixton in un caseggiato con una lunga storia alle spalle e una location molto interessante: vale la pena farsi un giro.. vala la pena anche la mia compagnia, ovviamente  🙂

 

 *’pupazzo di neve’ secondo il linguaggio del mio amico a cui insegno italiano. troppo carino :’) .

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l’estetica della rimozione // the aesthetics of denial

dogs

Le immagini dell’invasione e del massacro di Gaza non ci stanno dando tregua in queste ultime 20 notti di guerra.

Da
un lato ci sono le immagini inviate da chi a Gaza ci sta, da chi sta
sotto le bombe giorno e notte, le giornaliste e i giornalisti
palestinesi e gli stranieri che hanne fatto la coraggiosa scelta di
rimanere in quel gigantesco terreno di sterminio che e’ la striscia e
che continuano a inviare notizie e immagini che si diffondono
attraverso la rete.

Alcuni di questi sono: 

Vittorio Arrigoni con guerrilla radio

Laila El-Haddad (che non e’ a Gaza ma e’ in contatto continuo con la famiglia e le conoscenze che si trovano li) en

Electronic Intifada ("news from the conflict from a Palestinian perspective) en

 

Ma
ci sono anche le altre immagini, quelle messe nelle gallerie
fotografiche dei quotidiani online, da repubblica.it a bbc.co.uk, che
non mi stanno dando tregua. Sono le immagini catturate dalle troupe
fotografiche e televisive internazionali appollaiate sulle colline
intorno a Gaza, che ritraggono le bombe che cadono, gli apache che
sorvolano e sganciano, le striscie bianche e nere di fumo, le fiammate
del fuoco dei razzi e delle bombe. Il fumo in particolare si staglia
perfettamente contro il cielo azzurrissimo della Palestina. Le notti
nere-nere si prestano bene a fare da sfondo a Gaza che brucia, alle
fiammate gialle e arancioni delle bombe che esplodono. 

Queste
immagini sono perfette, producono un piacere estetico feroce, e ci
rincorrono giorno dopo giorno in mazzetti da 30 – una dopo l’altra, una
scia di fumo piu’ eterea dell’altra, una pioggia di fuochi di artificio
catturata meglio del giorno prima. Me li immagino annoiati e frustrati,
i fotografi appollaiati su quelle colline con i loro lunghi obbiettivi.
Me li immagino che cercano l’immagine perfetta della bomba in volo, velocita’ di scatto un milionesimo di secondo, apertura del diaframma 1.7,
credo sia  simile a fare il foto-giornalista sportivo, questo mestiere.
Lunghe giornate passate ad aspettare, una sigaretta dopo l’altra, e
tutto si gioca nel giro di pochi secondi. Se non acchiappi il corridore mentre taglia il traguardo, sei fregato. 

Certo
queste immagini di cieli e skyline aiutano a tenere lontano il
conflitto, a supportare la versione israeliana ufficiale di cio’ che
sta accadendo: un folle e inutile tentativo di rimozione dell’ovvieta’
dei fatti, che sotto attacco non sono i "terroristi di Hamas" ma tutta
la popolazione civile di Gaza, che sta venendo macellata nella quasi
completa indifferenza del mondo.  

Ieri mentre guardavo Waltz with Bashir al cinema (il Mink ce ne da una bella recensione qui, in inglese, e anch’io sono
troppo pigra per tradurre), continuavo a pensare a quelle dannate foto
di repubblica.it. Ari Folman ha fatto un documentario – innovativo
nell’approcio e tecnicamente un bel lavoro  – che affronta la questiona
della memoria, della rimozione e della colpa dal punto di vista del
carnefice. Il fulcro del film e’ il massacro di civili palestinesi nei
campi profughu di Sabra e Shatila durante il conflitto Israelo-Libanese
del 1982. Il protagonista scava nella proprio memoria e in quella dei
suoi commilitoni  per ricostrire il proprio ruolo nel massacro, avedo
lui perso/rimosso tutte le memorie di quella guerra. Emerge che anche
molti degli uomini che erano con lui in quei giorni hanno memorie
frammentarie e parziali di quegli eventi. Attraverso un percorso che lo
porta a parlare con diverse persone, un’immagine piu’ chiara del suo
coinvolgimento emerge. D.
sostiene che il film e’ troppo schiacciato sul personale e in ultima
analisi risulta buonista, con una mezza assoluzione morale dei soldati
israeliani presenti – emergono come complici attivi ma non carnefici.
Sicuramente questo e’ un limite del lavoro. Fatto sta che per me la
questione e’ entrata in risonanza in maniera potente con gli
avvenimenti di questi giorni, e cio’ lo ha reso calzante. 

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Ci
sono poi le persone ostinate che non vogliono e non possono rifiutarsi
di capire quello che sta accadendo a Gaza e si ostinano a manifestare
la rabbia, il dolore, lo sdegno, eccetera. 

In versione ridotta,
ieri a Londra si e’ tenuto una specie di sit in in Trafalgar Sq, a naso
ci saranno state 10.000 persone. Una foto qui sotto. Un’altra
manifestazione nazionale e’ in programma per sabato prossimo. Un
bell’articolo sul Manifesto dell’amico P. sulla manif di sabato scorso,
10 gennaio, lo trovate qui.

More updates to come.

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Free Gaza – London 10.1

Londra si e’ svegliata uggiosa e fredda questa mattina, ma questo non ha scoraggiato decine di migliaia di persone dal partecipare alla manifestazione nazionale contro l’invasione e l’attacco Israeliano a Gaza organizzata fra gli altri da Stop the War Coalition, British Muslim Initiative e Palestine Solidarity Campaign. 

 

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12.30 Hyde Park Corner, la gente comincia ad arrivare, e continua ad affluire nel parco per le ore successive. La polizia parla di 12.000  partecipanti, cifra smentita addirittura dalla BBC che parla 50.000 persone in piazza. Le stime dell’organizzazione e di Indymedia parlano della presenza di almeno 100.000 persone. 

I Socialist Workers tappezzano le vie di accesso al parco vendendo i loro insulsi giornali e raccogliendo firme , ma e’ chiaro fin dall’inizio che non sono loro i protagonisti di questa giornata. La presenza araba e’ predominante e variegata, molte le organizzazioni musulmane e non, ma anche moltissime persone non affiliate che reggono i banner della manifestazione "Gaza – stop the massacre". Uno sparuto gruppo di anarcho/black block dalle bandiere rosse nere catalizza le presenze piu’ radicali ma non trasmette convinzione ne’ energia. Gruppetti di giovani e giovanissimi ragazzi e ragazze arabi risultano piu’ incazzati e radicali mentre scorrazzano tra la folla urlando slogan, provocando lievemente la poca polizia presente lungo il corteo e documentado la giornata con foto e video. Presente anche l’associazionismo di sinistra, da gruppi universitari a sindacati. La presenza femminile e’ molto alta, questa non risulta affatto una manifestazione dominata dagli uomini (come invece viene suggerito in relazione alle manifestazioni milanesi di questi giorni), le donne arabe sono presenti in massa, giovanissime adolescenti in gruppetti di amiche, con figli, in gruppi famigliari multigenerazionali. E urlano a gran voce e con convinzione uno slogan dopo l’altro. 

Prima della partenza si formano alcuni piccoli gruppi di preghiera, sia di uomini che di donne, ma rimangono ai margini. In termini numerici e di attenzione mediatica, non attrano le attenzioni riservate invece alla preghiera a Milano.

Verso le 14.00 la manifestazione parte e per circa un terzo del tragitto rimane all’interno del parco, la passeggiata e’ piacevole ma il senso di manifestare all’interno di un parco rimane poco chiaro. A questo punto comincia anche a nevicare un po’, la folla e’ intirizzita ma entusiasta. Siamo in tantissimi. Finalmente a Lancaster Gate si esce in stada e si prosegue fino a vicino all’ambasciata senza particolari intralci. Qui la folla e’ densissima, non ci si muove quasi, i marciapiedi sono transennati e la presenza di polizia in antisommossa comincia a farsi piu’ consistente. 

Verso le 17.00 intorno all’ambasciata comincia qualche scramuccia con la polizia, segue qualche carica e alcune vertrine vengono infrante, tra cui quella di Starbucks. Ci sono lievi feriti tra i manifestanti e fra la polizia. Al momento sembra che ci siano ancora qualche migliaio di persone bloccato davanti all’ambasciata, e che le cariche proseguano. Per ulteriori aggiornamenti, IndymediaUk.

UPDATE: ore 19, qualche migliaio di persone sono ancora bloccate dalla polizia nei pressi dell’ambasciata Israeliana a Kensinghton High St. Stanno venendo rilasciati uno ad uno attraverso un tunnel di forze dell’ordine e costretti a lasciare le proprie generalita’. 

 

 

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merry crisis…

and happy new fear!

 

atene

 

a tutte voi auguro di passare indenni anche questo maledetto natale. dai, tra 4 giorni e’ tutto finito. io dopo me ne vo’ al mare in liguria, per riprendermi. baciozzi!

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partenze

si arriva, si parte, ci si saluta.

ci si va a prendere, alla stazione, all’autobus, alla metro, 

ci si accompagna, si sta soli e in compagnia e su letti e divani in prestito, ci si sposta, si beve l’ultimo caffe’, ci si innervosisce e si litiga e poi si passano giornate a letto, e si beve e si fa festa ci si trascina a casa, 

poi ci si accompagna al treno, il treno parte e lo guardi allontanarsi piano dalla stazione e tutto rallenta e diventa silenzioso. 

e’ solo un’altra partenza, e noi ci nutriamo di arrivi e partenze.  

 

ora posso tornare a pensare ai demoni animati, ai libri che voglio finire, posso scegliere dove e con chi passare le notti. posso stare in silenzio per interi pomeriggi e onorare la mia indole solitaria.

intanto pero’ un’altra piccola toppa si e’ aggiunta alle altre che ricoprono il mio cuore. 

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precarious bitch

germania

spagna

francia

il consiglio redazionale qui a lillistar.noblogs ha deciso di intraprendere un rebranding del blog in questa stagione natalizia un po’ lenta in termini di contatti. 

Traendo ispirazione dalle piu’ avanzata tecniche di marketing nostrane, ci siamo avvalse del lavoro della famossissima fotografa l*, che grazie alla funzione autoscatto della propria macchina digitale ereditata del padre, ha fotografato il culo della redazione, nel gabinetto dei genitori.

L’abbigliamento e’ in dotazione dal fratello. 

 

"Anche Emma Goldman l’avrebbe fatto!" esclamano dalla redazione, assicurandoci che lo spot non e’ incontraddizione con la linea femminista che ha sempre contraddistinto il sito. 

 

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gift

be inspired as i am by OpheliaChong’s beautiful collages:

a flowery one here  

and legs and icecream here!

 

make sure you check out her other stuff too! 

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This is Kara Walker. She’s great too. 

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wonky-animation

oh, se non si carica su questa pagina, cliccate qui qui qui che la vedete bene.

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in viaggio

Against all odds, mi sono messa in viaggio ieri nonostante la tormenta, gli scioperi, e tutto, e incredibilmente sono arrivata in Italia e poi a Trento senza problemi ne’ ritardi. E io che gia’ ero pronta ad affrontare con il sorriso e con solidarieta’ attese di ore.

Invece ho fatto dei pisolini: sull’autobus per Stansted. Nell’atrio di Stansted. Sull’aereo. Sul pullman da Brescia a Verona. Sul treno da Brescia a Trento. che gioia sbavicchiare su tutti questi mezzi di trasporto, ero un po’ stanca. 

Ora sono qui che aspetto di passare la prossima settimana con amici e amiche e a lavoricchiare pigramente da casa dei miei genitori, che la riscaldano a dovere. Avrei in programma di fare una versione animata di Tutti i Miei Demoni, vedremo..mi ci vorrebbe una colonna sonora, cosa potrei usare?

Scrivero’ un sms a Indipendanza, sperando che la neve non interferisca (non con sms, ma con un nostro potenziale incontro!)

Incontrero’ S. e la frugola che ormai ha 5 mesi (COMPIUTI OGGi!!! auguri A.!!). 

Mi crogiolo nella sensazione che questo e’ un momento caldo, emotivo e potenzialmente produttivo. 

Vorrei andare da qualche parte dopo natale, verso il 27. Da qualunque parte fra il nord est e Londra. Inviti???  Chi mi invita?

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fantasy life_3

me ancheme

in un’altra vita, non dormiro’ troppo, ne’ troppo poco. saranno abolite le 12 ore di sonno filato e i risvegli nel pomeriggio inoltrato. abolite le notti insonni seguite da giornate al lavoro deliranti, con la nausea e il cervello fuso. abolite le partenze all’alba in veicoli low cost ad alto consumo di carbonio.

abolite dunque anche le righe intorno agli occhi e il sovrappeso. saro’ agile e scattante e magra come un fuscello. non ci sara’ bisogno di particolari sforzi, perche’ un’altra vita riserva di energia, di intelligenza  e brillantezza garantira’ un successo asssicurato con donne, uomini and everything in between.

A 28 avro’ gia’ prodotto delle indimenticabili cose e potro’ riposare, e dedicarmi alle cura delle rose e dei piaceri del corpo. In un’altra vita/

 

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