haiku culinario

E’ arrivato anche quest’anno il momento dell’haiku di primavera, doppio quest’anno:

 

 
Bombi cinesi al vapore ripieni di verdura

  Bagels salmone e formaggino

Involtini giamaicani gialli bollenti piccanti

 

Vago per la citta’ di quartiere in quartiere,

  trovando aroma e calore

in ogni baracca unta di cibo lontano  

 

 

 

 

 

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desideri

http://www.youtube.com/watch?v=mI-CCn6Xal4

ma cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi cazzo di anni zero? Me lo chiedo pure io. 

Nel frattempo sono finita per caso ad ua festa della Madonna in un paese della Val Camonica, ed e’ stata una delle cose piu’ magiche che io abbia mai visto, davvero. Chiaro, non avevo la macchina fotografica con me. Non avevo voglia di riprendere, neanche, e mi sono goduta la festa cosi’, senza mediazioni. Un paese riempito di migliaia di fiori di carta. Il giorno dopo un acquazzone ha spazzato la valle, e ha sciolto i fiori. Il simbolismo di questo fine settimana e’ bellissimo e doloroso. Amo l’effimero ma in verita’ non sono forte abbastanza per sopportarlo.

Per fortuna che i Camuni avevano preparato dei fiori di riserva, e il giorno dopo il paese era di nuovo un tripudio di colori. Salvati dalla previdenza montanara, e lo prendo come un buon auspicio.

Ora mi porto in giro quella fiammella di magia e la nutro per farle diventare fuoco.

 

(.grazie degli abbracci e delle parole inviate, davvero. e grazie a frnc che curava con amore questo blog per avermi portato tra i fiori di carta)

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misch-masch

poi ci sono settimane di ansie e risvegli notturni angosciosi che vengono dissipati da un’imminente viaggio. perche’ per sentirmi viva devo essere in partenza?

semplice: perche’ non so vivere nel presente e mi eccita il pensiero di essere altrove domani. 

 

 Ho visto due film e mezzo:

-Baise Moi, di Virginie Despentes: aks, Scopami. mi e’ piaciuto un casino. perche’ poi i film funzionano se ti lasciano addosso una sensazione, un sentimento che ti sa di vero. E la Virginie mi ha lasciato addosso una buona dose di rabbia, di schifo e di incazzato. 

– e anche la Kelly Reichardt, regista di Wendy and Lucy, mi ha regalato un’emozione definita con il suo racconto dal ritmo lento e disperato. Malinconia e straniamento – perfetto per il mio umore in questo periodo.  

– la Jennifer Baichwal regista di Manufactured Landscapes che si inserisce nel filone del ‘documentario-meraviglia della fotografia-ogni inquadratura e’ perfetta’ invece mi ha lasciato freddina. proposito per il prossimo mese: rivedere questo film senza dormire.

vi bacio tutt*. vedeteveli questi films se vi capita! e scrivetemi, che mi sento sola 🙂  

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La City di Londra osserva la Mayday ’09

mmm

ay ayay

may

Le foto della Mayday Londra le trovate qui .

200 persone. Non ho dimenticato zeri. 

No comment. 

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FRUSTRAZIONE

IL TEMA DEL GIORNO E’ :

 FRUSTRAZIONE

 

VORREI BATTERE LA TESTA CONTRO UN MURO, FORTISSIMO.

 

happy mayday, folks!

 

palma

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Di cosa parlano gli squatters quando parlano d’amore?

The Mansions

‘Come va la casa?’, ti chiedono con lo sguardo intenso e bruciante. Amano cominciare ogni conversazione così, come ti va la casa? Tra squatter si parla di casa tantissimo, con una premura, un calore e una passione quasi inspiegabili. Quando curi uno luogo, lo aggiusti, lo rendi vivibile, quando trasformi una rovina in uno spazio sicuro e accogliente, e quando conosci il valore etereo di questa sicurezza che potrebbe venirti tolta tra due settimane, due mesi o 10 anni, sei cauto.
Sei cauto e anche molto attento, ricettivo. Lo spazio fisico assume le caratteristiche di una creatura vivente. Per gli squatters la casa è come un animale domestico, un essere di cui prendersi cura e da amare. Gli squatters hanno invisibile antenne che captano i più sottili umori degli spazi che inabitano.
Quando passi la maggior parte del tuo tempo ad occuparti di un luogo, a procurartelo, a farlo tuo, a difenderlo, i pensieri e le ansie legate alla casa diventano una parte integrante del tuo essere.

Le conversazioni sulle abitazioni possono prendere molte, variegate direzioni. Puoi parlare della situazione legale: ‘hai ricevuto I documenti? Quando siete a processo? Come va la preparazione del caso? Com è andata in tribunale? Chi era il giudice? A quando è aggiornata l’udienza? Quando sgomberano? Resisterete?’
Le domande riguardano i servizi, l’allaccio dell’elettrico, dell’acqua, del gas. Riguardano i vicini, il quartiere, gli sbirri e i padroni di casa. “Vi è già venuto a trovare il pardone?” “è venuto solo, o in compagnia?”, “come sono i vicini?”

Fino ad arrivare ai sottili umori, alle sensazioni che un luogo ispira, alle presenze che lo inabitano. Quando entri in spazi vuoti da tempo, che contengono ancora brandelli di altre vite e di altri abitanti, diventi ricettivo ai sottili umori che li attraversano, alle sensazioni che permeano l’aria, alle emozioni che i muri hanno assorbito, e che, inevitabilmente, nel tempo rilasciano. Il tuo benessere, la possibilità di abitare e lavorare in uno spazio, dipendono anche dalla capacità di captare queste sottili presenze, e di conviverci, contenerle o allontanarle.   

Io abito in una casa, the Mansions, dal carattere fortissimo e quasi indomabile. A tratti la odio, ma sto imparando ad ascoltarla e a contrattare una pacifica convivenza. Questa è la storia della nostra relazione.



1. Effra.

The Mansions è costruita proprio sopra al corso di un fiume sotterraneo, l’Effra. L’Effra è un fiume fantasma che scorre attraverso tutto il sud della mia città in cunicoli interrati, fra i tunnel della metropolitana e le fogne. Scorre in profondità, tranquillo e lento, fangoso. Si gonfia e si ritrae a seconda delle precipitazioni stagionali, ma non secca mai, allo stesso modo in cui non gli riesce mai di diventare irruento.
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Being chef in London

Avevo appena deciso di tornare a parlare di Londra con piu’ regolarita’ qui sul blog – un po’ per mantenere fede al nome del blog, un po’ perche’ la maggior parte delle 4 gatte che lo leggono stanno altrove e magari puo’ interessare quello che succede nella cuore marcescente dell’Europa, un po’ per stimolarmi a continuare a scavare sotto la pelle di questa’ citta’ che puo’ essere cosi’ elusiva. un po’ perche’ sono stufa della cazzate che posto di solito, e magari non sono l’unica. he he. 

 Sincronicita’, stasera un amico mi ha mandato il link al suo sito di fotografia, e una delle storie mi e’ parsa un ottimo inizio per questo viaggio dentro Londra. Si intitola "Being chef in London", la trovate qui qui qui – un racconto sull’essere cuoco a Londra. -Mi piace moltissimo la foto numero 11, i cuochi che mangiano in cucina- 

Date un occhi anche al resto del sito – c’e’ una sezione su Sarajevo che mi fa ricordare perche’ lo Bosnia mi era entrata nel sangue. 

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while you wait

minotauro

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it’s radicchietto time!

 5 post in 1. Un affarone.

 1. Radicchietti!!

La prima e migliore insalata della primavera. Raccoglieteli prima che fioriscano (ma vanno bene anche dopo, sono solo piu’ duri ed amari). Lavateli bene, lasciandoli magari ammollo in un po’ di acqua fresca, e poi sciacquate piu’ e piu’ volte. Tagliateli fini fini, e condite con olio aceto sale, o mischiateli ad un’insalata di patate (questo e’ il consiglio di mio nonno). Sono amari e buonissimi. Ottimi per il fegato in questa stagione. 

Crescono un po’ ovunque, ma fate un attimo attenzione a dove li raccogliete: lontano da strade trafficate, cani piscianti, zone radioattive…un po’ di buon senso puo’ bastare. 

e

 

Un’altra delizia primaverile sono le foglioline di betulla appena nate. Queste vanno mangiate solo da piccole. Sono tenere e verdissime. Mischiatele in un’insalata mista in piccole quantita’. Quelle che avanzano possono venire seccate e prese come infuso per tutto il resto dell’anno. La foglie di betulla e’ un ottimo diuretico, molto depurante. 

Quando vivevo sui monti avevo escogitato un sistema per salire sui tronchi degli alberi con tre pezzi di corda da montagna e un imbrago, e avevo passato un bel po’ di tempo in alto in cime alle betulle a raccogliere foglioline..ma vanno benissimo anche quelle che si raggiungono da terra!

2. Buona Pasqua tardiva. 

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g

 

3. Vita da formiche su tronco di betulla

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cb

 

4. Ho letto qualche bel libro:

ACAB di Carlo Bonini – di cui ha gia’ parlato bene Nero

Come dio comanda di Ammaniti – che ha pitturato bene una provincia italiana nord-estica schifosa e triste. Mi sembrava di essere a Cologna Veneta, luogo agghiacciante tra Verona e Vicenza di cui preferirei scordare l’esistenza. 

Perdas de Fogu, Carlotto&Mama Sabot – lettura veloce e accattivante, eco mafia noir mediterraneo credo sia l’etichetta del genere. Vabbe’, lasciamo stare. Bellino comunque. Lettura da viaggio o da spiaggia.

The dispossessed di Ursula le Guin (tradotto in italiano come "I reietti dell’altro pianeta", e in un secondo momento "Quelli di Anarres") – classicone della fantascienza utopista (con un forte elemento di ambiguita’ che rasenta il distopico) – bellissimo e straniante. quasi offensivo parlarne in due righe, ma e’ eccezionale e stranamente realistica la descrizione di una societa’ anarchica basata sul mutuo aiuto e sulla solidarieta’ su di un pianeta senza risorse.  Assolutamente da leggere a tutti i costi. Grazie Silvia per avermelo prestato!

Sto ancora leggendo "Caliban and the Witch: Women, the body and primitive accumulation" di Silvia Federici, un saggio (e copio dalla quarta) su: "la storia del corpo nella transizione al capitalismo. Partendo dalle rivolte contadine tardo medievali, attraverso la caccia alle streghe fino ad arrivare alla nascita della filosofia meccanica, Federici analizza la razionalizzazione capitalistica della riproduzione sociale. Federici e’ consapevole del fatto che la battaglia contro il corpo ribelle e il conflitto fra corpo e mente siano condizioni essenziali per lo sviluppo della forza lavoro e della self-ownership, due principi centrali nell’organizzazione sociale moderna". 

5. E infine un paesaggio per concludere:

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The circus is coming to town

Londra – sabato si aprono le danze contro il G20 che si terra’ in citta’ la settimana prossima. Seguite le notizie su Indymedia UK, che sono brave e ci stanno dentro con le notizie up-to-date. Immagino che anche il Manifesto coprira’ gli eventi.

 

 

Io invece nella tradizione di essere sempre al posto sbagliato al momento sbagliato, domani parto per l’Italia per cui mi perdo tutto. Dedico 20 giorni alle ricerche per un video su San Martino, un quartiere di Trento che ci piace.

Ci si risente presto, corro a fare le valige. Sani. 

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