turismo di guerra

Telefonista A (mette giù il telefono e commenta): "azz questo tipo a cui ho appena fatto l’intervista è in partenza per una vacanza in Kenya. Non è proprio il momento migliore, per andare in Kenya."

Telefonista pseudo hippi B (con sguardo vissuto e vagamente annoiato, digitando un numero di telefono): "è il momento migliore per andarci invece. Gli alberghi non costeranno un cazzo. Pronto?".

Telefonista A
(presa in contropiede): "Si ma, si ma…"

Telefonista B (riattaccando):"…e poi, sai, sicuramente non ci saranno molti turisti. Perfetto! è il momento migliore per visitare il Kenya!"

Telefonista A (cercando di obbiettare ma non trovando delle argomentazioni convincenti): "si ma sai che palle, se ti trovi incastrato in albergo senza poter uscire con una troupe della CNN…che vacanza!"

Lillistar (rigirando gli occhi al cielo): "groan"

Telefonista B (incassando): "Si effettivamente sarebbe una palla rimanere incastrati con dei giornalisti. Ah, ma gli alberghi non costerebbero un cazzo…"

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prime osservazioni empiriche

nonostante io sia tenuta a non disvelare nessuna delle informazioni che raccolgo, per codice deontologico della telefonista, ciononostante volevo condividere alcune prime osservazioni che ho fatto sui laureati inglesi a sei mesi dalla laurea nei primi due giorni di lavoro.  

1. le dottoresse, gli economisti, le avvocate, a sei mesa dalla laurea, lavorano (per danaro)

2. chi esce da facolta’ umanistiche, in linea di massima ha un impiego di qualche tipo ma tant@ finiscono nel mondo della finanza comunque, a livelli piu’ bassi delle economiste

3. esistono le univesita’ di serie A e le univestita’ di serie C. Tanti laureati di queste ultime fanno i commessi e provengono da background (da quanto di capisce dai nomi, accenti e capacita’ di parlare inglese dei familiari) molti diversi delle laureate delle universita’ A. 

 

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senza “if” e senza “but”! ovvero, il recupero di tutto il recuperabile…

Oggi stavo sull’autobus, e riflettevo sulla prospettiva vantaggiosa che ti da il piano superiore dell’autobus. Passavo davanti ad un cantiere dove stanno demolendo una sfilza di case popolari (no, non faccio illazioni, non so che progetti abbiano, magari ne costruiscono DI PIU’ e MIGLIORI, non lo so), comunque i cumuli di macerie sono enormi e ho oggi ho cercato di fare delle foto dall’autobus (è si se no dalla strada non si riesce a vedere al di là della staccionata) ma pioveva per cui il vetro era tutto appannato e bagnato per cui si vede poco o nulla, nebbia, gocce.

Invece poi riflettevo anche sul fatto che dovrei fare onore alla nuova frase ad effetto che ho introdotto qui a fianco (dispacci e pensieri dalla metropoli più videosorvegliata del pianeta), e insomma, oggi scendo dal famoso autobus e mi becco un megaposter sulla prensilina, è perfetto:

 

traduco per i non anglofoni, perchè è troppo meraviglioso: :

 

LADRI DI SUSSIDI STATALI,

SIETE STATI IMMORTALATI?

DELLE SQUADRE MOBILI DI SOVEGLIANZA POTREBBERO STARVI OSSERVANDO 

NIENTE SE, NIENTE MA. RUBARE I SOLDI DELLO STATO è REATO. CHI INFRANGE LA LEGGE è PUNIBILE LEGALMETE. 

 

questa iconografia da grande fratello non è per niente nuova, ve ne sono altri esempi sparsi in giro per la città. Attendete le prossime uscite. In più a breve anche il racconto del call centre dove ho cominciato oggi a lavorare, a chiamare le persone che si sono laureate sei mesi fa a chiedere come vanno le loro carriere. . .sorprese in arrivo…

 

 

 

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natura morta

Per la ennesima volta negli ultimi mesi oggi sono stata insultata pesantemente per strada mentra guidavo la mia bella bici senza luci la sera. é vero devo pigliarmi delle luci, è pericoloso, sono daccordo, ma veramente non capisco perchè regolarmente degli uomini debbano pensare che sia possibile gridarmi dietro ogni sorta di cose e di augurarmi la morte. nel senso, loro che gli frega se io mi faccio male? 

Credo che il fatto sia che pensino di potermi trattare male perchè non
credono che io possa reagire. Quindi la soluzione sarebbe tirargli un pugno sul naso cosicchè l’equazione ragazza=inerme si spezzi una volta per tutto nei loro cervelli. Oggi il tipo prediligeva un insulto bislacco "you fucking cunt", che tradotto letteralmente sarebbe "fottuta figa", dove figa in inglese è uno degli insulti negativi più pesanti in circolazione. e gesticolava come a mimare dei pugni. Visto che ho inchiodato e gli sono andata incontro si è allontanato gridando fuckyou fuck you. che tipo disturbatoooooooooo. 

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Aiuto tecnico cercasi

Vorrei tanto inserire una foto sulla barra laterale del blog sopra lo spottino per autistici…

come *arcicribbiolina* posso fare?? non dovrebbe essere tanto complesso

Qualch’un* ha quanche suggerimento?

si si ok se non ci riesco andrò sul forum A/I, che è indubbiamente utilissimo e fantastico ๐Ÿ™‚ sono solo un po’ pigra oggi. 

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per una vita di abbondanza e macedonia

oggi va meglio, molto meglio, mi sveglio presto e sbircio un cielo super bleu, BISOGNA APPROFITTARNE, 

zump mi rotolo giù dal materasso, lo arroto su se stesso per poter aprire la porta di camera mia (vi giuro, sto diventando metodica e ordinata grazie a questo loculo dove vivo), inforco la bici di E. che la mia è rotta, e attraverso piano la distesa di case popolari che mi separa dal mercato,

è presto, 9.30, non penso di essere mai stata al mercato così presto, e la strategia paga, infatti: i punxs sono ancora a letto, ci sono solo poche signore cinesi, e i bidoni traboccano. Di frutta, quest’oggi. Volevo esagerare, e ho preso quattro cassette di ribes rosso, pensavo di fare un marmellata, poi mi si rovesciata rovinosamente la bici e ribes spiaccicato ovunque, vabbuò, ho ridimensionato la faccenda e ho preso solo una cassetta di ribes e una di lamponi (dalla Spagna, a quanto pare). E poi pere, mele, avocado, manghi (minghia i manghi che bbuoni), qualche fungo, tomatillos colombiani, peperoncino fresco, BANANE BIOLOGICHE ((tre caschi, ma avrei potuto prenderne un pallet intero)), e per oggi può bastare.

Spero solo di non andare in ipervitaminosi… ๐Ÿ™‚

Non riesco a descrivere bene la sensazione che provo nel trovare del cibo, sano, gratis, ma ha qualcosa a che vedere con un’epifania di gioia e rabbia che mi fa venire voglia di attaccare altro che il cielo…

 

   

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a ruota libera

sono tornata a casa,

viaggio da semi incubo su corriera eurolines sovraffolata di bimbi piagnoni, musica euro/disco spagnola, controlli di frontiera esagerati, un bel benvenuti e un calcio in culo, 

ma per fortuna, per fortuna ci sono le chips! grosse e unte, condite a sale e aceto, sono la prima cosa che mi mangio ogni volta che torno a londra. per il resto, sono immersa fino al collo in questa cosa che sto tentando di scrivere, non so, si parla di film e di politica, classe e razza in diversi tipi di film, sono incasinata, ma strigo i denti. 

lunedì consegno, martedì comincio al call centre, tran tran tran DAI CHE ARRIVA LA PRIMAVERA, dai dai dai che arriva.

Per ora chiudi gli occhi, strigo i pugni, scrivo e scrivo, telefono, filmo, taglio, incollo, e quando riaprirò gli occhi ci saranno già i primi boccioli sugli alberi. Qual è il primo albero a fiorire? il nocciolo mi sembra…


mi sento completamente apolide stasera.  


 

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collage

la notte scorsa l’ho passata insonne, e ne è uscito questo:

 

collage cate

 

Generale

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PROMETTO di…

Barbara HANRAHAN(prometto di…)

                                                        inseguire i miei desideri

                                                 

  (prometto di…) farmi incantare da miraggi     fata morgana messinese 

 

(prometto di…) accettare il piacereorientalist girl 

 

guilt(prometto di…) non farmi immobilizzare dal senso di colpa

 

(prometto di…)

permettermi di essere creativamongolfiera

 

e voi che cosa promettete?

Brezny mi ha promesso cose straordinarie, controllate anche voi cosa dice qui 

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IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO

SUPPORTOLEGALE.ORG – COMUNICATO STAMPA

IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO

La sentenza del processo contro 25 manifestanti per gli scontri
avvenuti durante le proteste contro il g8 a Genova, ha deciso qual è il
prezzo che si deve pagare per esprimere le proprie idee e per opporsi
allo stato di cose presenti: 110 anni di carcere. Il tribunale del
presidente Devoto e dei giudici a latere Gatti e Realini, non ha avuto
il coraggio di opporsi alla feroce ricostruzione della storia
collettiva ad uso del potere che i pm Andrea Canciani e Anna Canepa gli
ha richiesto di avvallare.
Anzi, ha fatto di peggio. Ha scelto di sentenziare che c’è un modo
buono per esprimere il proprio dissenso e un modo cattivo, che ci sono
forme compatibili di protesta e forme che vanno punite alla stregua di
un reato di guerra.
Per completare l’opera ha anche fornito una consolazione a fine
processo per i difensori e gli "onesti cittadini", chiedendo la
trasmissione degli atti per le false testimonianze di due carabinieri e
due poliziotti, un contentino con cui non si allevia il peso della
sentenza e il cui senso di carità a noi non interessa.

Il tribunale di Genova ha scelto di assecondare tutte quelle forze
politiche, tutti quei benpensanti, tutti quegli avvocati, che –
coscientemente – speravano che pochi, ancora meno dei 25 imputati,
fossero condannati per poter tirare un sospiro di sollievo, per poter
sapere dove puntare il proprio dito grondante morale e coscienza
sporca. L’uso del reato di devastazione e saccheggio per condannare
fatti avvenuti durante una manifestazione politica apre la strada a
un’operazione pericolosa, che vorrebbe vedere le persone supine alle
scelte di chi governa, inermi di fronte ai soprusi quotidiani di un
sistema in piena emergenza democratica, prima ancora che economica.
Nessuno di coloro che era a Genova nel 2001 e che ha costruito carriere
sulle parole d’ordine di Genova, salvo poi tradirle con ogni voto e
mezzo necessario, ha voluto schierarsi contro questa operazione assurda
e strumentale: nessuno, o quasi, in tutto l’arco del centro sinistra al
governo ha saputo dire che a Genova, tra coloro i quali oggi sono stati
condannati ad anni di galera, avrebbe dovuto esserci tutti quanti hanno
partecipato a quelle giornate.

La stessa cosa è stata portata avanti anche da molti dei movimenti,
e molte delle persone che hanno cercato di sabotare i contenuti della
manifestazione che solo tre settimane fa, il 17 novembre, ha riempito
le strade di Genova: hanno voluto annebbiare le persone su chi fossero
coloro che si battevano per un modello di vita e di società diverso, e
chi difendeva il modello che viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni;
hanno voluto confondere le acque, forse perché anche la loro dignità è
confusa. E allora decine di comunicati sulle possibili Commissioni
Parlamentari, sulla Verità e sulla Giustizia, e troppe poche parole su
25 persone che stavano avviandosi a diventare capri espiatori di un
potere che ha avuto paura.
Genova però non si cancella con il revisionismo a mezzo procura, né con
le pelose scelte di comodo e gli scheletri nascosti negli armadi. Le
80.000 persone che lo scorso 17 novembre hanno sfilato per le vie di
Genova, non chiedevano una Commissione Parlamentare, bensì che 25
persone non diventassero il paravento dietro cui seppellire un
passaggio storico scomodo, che ha messo in discussione l’attuale
sistema di vita e di società. Siamo convinti che quelle 80.000 persone
ci ascoltano e non permetteranno a un’aula di tribunale di espropriare
la propria memoria e devastare le vite di 24 persone.
A maggior ragione oggi, con una sentenza che cerca di schiacciarci e
farci vergognare di quello che siamo stati e quello che abbiamo
vissuto, di dipingere quei momenti di rivolta a tinte fosche anziché
con la luce e la dignità che meriterebbero i momenti più genuini che
esprimono la volontà popolare, noi diciamo che non ripudieremo nulla,
che non chiederemo scusa di nulla, perché non c’è nulla di cui ci
pentiamo o di cui sentiamo di dover parlare in termini diversi che del
momento più alto della nostra vita politica.

Noi pensiamo che tutti coloro che erano a Genova dovrebbero gridare:
in ogni caso nessun rimorso. Nessun rimorso per le strade occupate
dalla rivolta, nessun rimorso per il terrore dei grandi asserragliati
nella zona rossa, nessun rimorso per le barricate, per le vetrine
spaccate, per le protezioni di gommapiuma, per gli scudi di plexiglas,
per i vestiti neri, per le mani bianche, per le danze pink, nessun
rimorso per la determinazione con cui abbiamo messo in discussione il
potere per alcuni giorni.
Lo abbiamo detto il giorno dopo Genova, e in tutti questi anni: la
memoria è un ingranaggio collettivo che non può essere sabotato. E per
tutto quello che Genova è stata e ha significato noi non proveremo
nessun rimorso. Oggi, come ieri e domani, ripeteremo ancora che la
Storia siamo Noi. Oggi, come ieri e domani, diremo di nuovo: in ogni
caso nessun rimorso.

SUPPORTOLEGALE
info@supportolegale.org

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