io, che sono un riccio,

pungo, ferisco, infetto. é difficile avvicinarmi senza farsi graffiare. non ho un cuore commestibile come il riccio albino della foto, dunque pochi hanno la pazienza di prendermi tra le loro mani con la delicatezza necessaria per non restare feriti. pochi hanno la voglia di togliere una ad una le spine, con dolcezza, di inserire la punta della lama nella carne e di aprirmi a metá per scoprire cosa celi il guscio di sabbia. 

mi sento molto sola stasera, e non sono brava a creare con le persone che mi circondano e che amo il senso di calore, di vicinanza, quell’elettricitá magica di cui ho bisogno. forse perché non mi accontento facilmente, forse perché il mio desiderio é eccessivo, traboccante, e spaventa anche a me. 

trasmetto gelo quando dentro mi espolde tutto. sono nata cuspide fra un segno di fuoco e un segno di acqua, e spesso vivo nella nebbia emozionale che l’incontro tra i due elementi sprigiona.

vivo tutti i giorni la nevrosi che l’incapacitá di espirimere i miei sentimenti produce, ben sapedo da dove proviene e con il terrore di diventare come nonna, che oltre ad essere fascista e votare pd, é la donna di ghiaccio piú temibile che io conosca.

Dopo alcune riflessioni sulla natura e la necessitá di tenere questo spazio virtuale, decido, unilateralemente, che altro non é e altro non sará mai se non il mio spazio di espressione personale dove la politica e le cose serie non entrano. la categoria é personal, e cosí rimane, e lo uso per comunicare con chi ha voglia di stare ad ascoltare. Non credo di dovere ad altri giustificazioni di alcun tipo. se autoreferenziale deve essere, che lo sia fino in fondo. 

sani.

 

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