Mania Akbari, Samira Makhmalbaf, Niki Karimi, Marjiane Satrapi e le altre

 

 

Incollo qui sotto un report dell’incontro con Marjane Satrapi che si e’ svolto a Roma qualche giorno fa e al quale mi sarebbe piaciuto essere…il report e’ interessante e mi fa scoprire, fra le molte altre cose, che condivido con la fumettista iraniana la data di nascita (dettaglio irrelevante ai piu’, ma emozionante per le sagittarie)

Appoggio il consiglio della scrittrice, comprate il fumetto, vedetevi il film, anzi fate entrambi perche’ sono due esperienze diverse che si complementano e si arricchiscono a vicenda. Oltre alla lezione di storia, alle emozioni, al calore e alla rabbia che sciuscita, il film per me ha rappresentato una celebrazione alla creativita’, e un riconoscimento del potere di tecniche (il 2D, il disegno, i grigi) troppo spesso snobbate ma che permettono sperimentazioni e trovate geniali, se si possiede l’ingegnio e la voglia di esplorare.

Non condivido con Marji l’idea che la tecnologia sia la sorellaccia puttana della scienza, ma (ri)imparo da lei volentieri la lezione che i mezzi lo-fi possono ancora essere utilizzati per creare capolavori, perche’ sono le trovate, la creativita’, la craftmanship e la potenza del proprio messaggio che creano il genio. 

*****

Leggendo vari altre recensioni del film, mi sono imbattuta anche in un reportage sul cinema iraniano in cui il giornalista interdetto si chiede come sia possibile che un paese cosi’ poco libero come l’Iran, abbia una cinematografia di cosi’ grande successo e qualita’, e soprattutto come sia possibile che ci siano cosi’ tante donne registe conosciute a livello internazionale in un paese in cui la liberta’ delle donne e’ fortemente limitata. Perche’, si chiede il giornalista, l’Iran ha una proporzione maggiore di donne registe rispetto a, glom, paesi come gli Stati Uniti o l’Inghilterra? 

La regista Niki Karimi risponde:"Le limitazioni ti fanno pensare piu’ chiramente, e ti fanno acchiappare al volo le possibilita’ che ti vengono offerte di esprimerti. Le donne in Iran sono come delle molle compresse. Nell’istante in cui la pressione viene alleviata, saltiamo ad altezze incredibili."

Ma come anche altre registe iraniane hanno risposto prima di lei, continua:"Forse le donne in occidente non hanno pensato bene al significato della parola liberta’, e la danno per scontata. Liberta’ significa veramente dover indossare questo foulard o dover indossare una minigonna? GLi uomini non devono mai indossare una minigonna. Perche’? Questa e’ la vera questione."

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Report dell’incontro con M. Satrapi, di ** **: 

Sorellaccia puttana tecnologia:
parola di Marjane Satrapi

E’ andata così il 25 marzo a Roma
all’Auditorium: cinquanta posti, diciamo quattro file riservate a dei latitanti,
cinque minuti prima delle ventuno, sono stati felicemente occupati da un un
pubblico che ha pagato 5 euro per assistere alla lezione di giornalismo di
Marjane Satrapi, fumettista e illustratrice iraniana, conosciuta oggi a livello
mondiale per il suo Persepolis, libro divenuto film.

Dunque non so se c’erano
giornalisti, quelli che la Satrapi ha poi detto essere uguali a tutti, alcuni
intelligenti altri no ma ho notato tante, tantissime donne in sala, di tutte le
età, ho riconosciuto Silvia Baraldini e Sabina Guzzanti, tutte e tutti
entusiasti ammiratori di Marjan, questa piccola strega.

E’ arrivata vestita di
nero da capo a piedi, capelli sciolti e lunghi, tondetta per farci capire quanto
ama la buona cucina, stivali di vernice nera ed unghie scarlatte e curatissime,
con una mantella corta e uno stare un po’ contorta e raggomitolata sulla sedia
che ce l’ha fatta subito amica.

Lei inizia svelando che se siamo in tanti ,
è perchè funziona l’effetto dei Media ,l’effetto film, non certo il libro. L’
effetto Oscar le ha acuito la stanchezza di parlare di sè, dalla sua vita, un
effetto ritorno, anche della sua voce, come fosse diventata una radio. E lì
negli Usa ha toccato con mano la democrazia fatta anche dal Buffone di turno,
quello che abbiamo voluto: Bush in America, Sarkozy in Francia, e forse a noi
non c’è bastato una volta Berlusconi…

Il tono è molto deciso e niente
affatto leggero quando prende a parlare dell’inutile guerra per combattere il
terrorismo, dirà poi, su sollecitazione dal pubblico, come va fatto uno sforzo
per capire chi si esplode, effetto molto spesso causato dalla lotta al nemico,
fosse il democratico Bush, che si auto denomina il migliore amico di Dio, o come
uno del suo paese, l’Iran,contro coloro che comandano, "democraticamente".

Passa poi a raccontare che sta bene con la sua solitudine, certo non coltivata
negli ultimi tempi,e che lei non ha nessuna voglia di capire niente di
tecnologia, "sorellaccia puttana della scienza", quella che ha reso il mondo
libero di essere disoccupato, dove la fabbrica delle armi ha un’enorme
profitto.

Cosìcche spiega, nello spazio grande anche nel tempo del fumetto,
c’è la possibilita di dire vaffanculo, ad esempio a chi vuole censurarla,
perchè non è scappata dall’Iran per farsi dire cosa fare o non fare, magari
dall’America…

E raccontando il suo film, uscito in 34 paesi in molti dei
quali era presente, descrive l’approdo brevissimo in Giappone, il paese dove gli
spettatori piangono ma non ridono, perchè il riso non si controlla, lei ne ha
avuto istintivamente paura. Sollecitata da una mia domanda, ha corretto ed ha
ricordato l’insegnamento di Kurosava e del suo film Rashomon di lei bambina di
otto anni, l’ascolto della vita in cinque storie diverse,l’insegnamento del
maestro senza temere nulla e ridendo racconta di aver sposato uno svedese, come
dire un’azzardo, tanto è diverso…

La capacità di disegnare i movimenti
della vita e dell’anima, li definisce capacità di vivere da bisessuale la
cultura, un’opportunità in più.

Chiarisce che lei non è a favore di nessuna
rivoluzione ma crede con ottimismo all’evoluzione, come quella lenta ma costante
del suo paese, che arriverà a considerare intera anche l’altra metà del cielo,
considerata ancora oggi un mezzo uomo, anche se stupido, e quindi neanche buona
a testimoniare per un assassinio a cui ha magari assistito: ribadisce il
concetto che non è offensiva, nè provocatrice, che non crea problemi, che
lotterà sempre per chi non ha diritto di espressione, fino alle sue ultime
parole: " Ho cercato un approccio globale".

La vedrò più tardi, esaurite le
numerosissime richieste di una firma sul suo Persepolis, camminare davanti a me,
veloce e fumando, con un complice compagno al suo fianco, nessuno l’avrebbe
riconosciuta…Mi ha fatto venire in mente Walden quando dice che ha tre sedie,
una per la solitudine, una per l’amicizia e una per la compagnia.

Se ancora non
l’avete fatto comprate il libro-vedete il film, sarà una magnifica lezione di
storia altro che di giornalismo: Marjan Satrapi è nata nel 1969, il 22
novembre, il primo giorno del Sagittario.

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3 Responses to Mania Akbari, Samira Makhmalbaf, Niki Karimi, Marjiane Satrapi e le altre

  1. libertaria says:

    si, ce l’ho fatta!

    io ho letto sia il fumetto sia visto il film, e credo sia importante che si cominci a far circolare un po di storia dell’Iran, a cominciare dal fatto che la rivoluzione del 1979 fu una Rivoluzione Sociale, poi degenerata in islamica…ma parti come rivoluzione sociale, e questo i libri di storia occidentali non ce lo dicono…

    libertaria

  2. libertaria says:

    si, ce l’ho fatta!

    io ho letto sia il fumetto sia visto il film, e credo sia importante che si cominci a far circolare un po di storia dell’Iran, a cominciare dal fatto che la rivoluzione del 1979 fu una Rivoluzione Sociale, poi degenerata in islamica…ma parti come rivoluzione sociale, e questo i libri di storia occidentali non ce lo dicono…

    libertaria

  3. libertaria says:

    si, ce l’ho fatta!

    io ho letto sia il fumetto sia visto il film, e credo sia importante che si cominci a far circolare un po di storia dell’Iran, a cominciare dal fatto che la rivoluzione del 1979 fu una Rivoluzione Sociale, poi degenerata in islamica…ma parti come rivoluzione sociale, e questo i libri di storia occidentali non ce lo dicono…

    libertaria

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