Chi ha visto Jesus Camp?
Jesus Camp è un documentario che parla di evangelisti pentecostali negli Usa (yuppppi), nello specifico parla di un campeggio estivo ("Camp", un’esperienza che molti bambini statunitensi attraversano) dedicato alla celebrazione di Dio. La colonia si chiama "Kids on Fire", ma potrebbe anche essere ribattezzata Centro di Indottrinamento Pentecostale.
Nel film c’è di tutto, da sermoni infervorati, indottrinamenti feroci, trance, manifestazioni antiabortiste, conversioni, glossolalia, lezioni casalinghe sul creazionismo e sui cambiamenti climatici (l’uno vero e i secondi, pura fiction). Oltre che a benedizioni di presentazioni Power Point e dei circuiti elettrici "perché sappiamo che il diavolo ama sabotare la parola di Dio", e a prevedibili accuse di blasfemia a Harry Potter.
Il culmine ilare è il momento in cui ad un enorme raduno, con centinaia di giovani nel pubblico, viene portata sul palco la figura in cartone a grandezza naturale di G.W. Bush. È un momento indescrivibile, la signora che sostiene il ritratto e lo muove incita i bambini a salutare Bush, a parlargli e poi a pregare "in tongues" e a circondarlo di Spirito Santo. È surreale.
Il sentimento imperante che ho provato guardando Jesus Camp è egregiamente riassunto da Becky Fischer, la carismatica kids-preacher protagonista, che seduta comodamente sul divano ride una grassa risata e si immagina i "liberals" rabbrividire nel vedere la convinzione e la passione di questi evangelici preadolescenti che tremano piangono urlano e invocano lo SS. Dice "Animal rights people, shit your pants!"
E ci azzecca di brutto.
Un ritratto terrificante dell’elettorato che sostiene Bush e che ha rappresentanti in tutti i punti chiave della società statunitense.